Il 7 ottobre, Venere è risalita dallo scantinato dello Scorpione, dove era in esilio, rapita anche lei da quel tenebroso di Plutone.
Riemerge, quindi, per affrontare il regno del Sagittario, alla luce del sole, guarda dritta di fronte a sé, meno dolce, forse, ma più spavalda.
Ottimista, idealista, convinta dei propri ideali e di essere dalla parte della verità, questa Venere avanza verso nuove conquiste, come una freccia scoccata verso il cielo.
Questo cambio di energia, prima della stagione dello Scorpione (che alimenterà la dialettica tra Saturno e Urano), è una mano santa, soprattutto a livello di umore: Sole, Mercurio, Marte, da adesso, quando chiederanno lumi alla padrona di casa della Bilancia, si troveranno a parlare con una Venere, meno contorta e profonda.
La parola che mi ispira questo transito è “ENTUSIASMO”, lo stesso di quella ventata portata da Giove in Pesci tra maggio e luglio.
Mi ha sempre affascinata l’etimologia di questa parola, che deriva dal greco, e si può tradurre come “con dio dentro di sé”.
Ed in effetti, il Governatore del Sagittario è Giove, la divinità per eccellenza della mitologia che, con i suoi archetipi, colora di sfumature di significati l’astrologia. Giove, bonario, “gioviale”, di compagnia, di bocca buona, casanova per eccellenza, ed allo stesso tempo apice della conoscenza e del potere: colui che amplifica tutto ciò che trova sulla sua strada.
Giove dal 18 ottobre riprenderà il suo moto diretto, e me lo vedo proprio a braccetto con Venere a darle lezioni su quella ricerca che è poi l’essenza del nostro passaggio su questa Terra. Intanto il Sole avrà impartito una nuova missione a Marte e anche questo nuovo ciclo sinodico ci darà una sferzata di energia.
Ne abbiamo tutti bisogno, perché come diceva Bertrand Russel:“L’entusiasmo è per la vita quello che la fame è per il cibo.”